C'era una volta un lontano paese,
il più sperduto di tutto il pianeta
che organizzava alla fine del mese
una tenzone alquanto inconsueta.
Ed arrivavano da tutto il mondo
sulle ali aperte della fantasia
per poi combattere fino in fondo
a chi diceva più grossa bugia.
"Sono Mohamed e sono africano
Fin qui arrivato su lussuosa nave
Laggiù la fame è un ricordo lontano
È l'abbondanza il problema più grave."
Ed applaudiva quella folla immensa
Baci ed abbracci e grida della gente
E la tensione si faceva densa
all'apparir di un altro concorrente
"Io son Saeb e son palestinese
Vi porto i frutti di un'antica terra
Ormai regna la pace al mio paese
Nessu bambino sa cos'è la guerra."
E si guardavan tutti con stupore
per l'alta qualità degli sfidanti
Sceglierne uno e farlo vincitore
Compito ingrato per i giudicanti.
All'improvviso in mezzo a quel frastuono
vestita solo con una bandiera
accompagnata da un tribale suono
venne una donna dalla voce fiera.
"Io non ho nome né cittadinanza
mi chiaman pace o democrazia
mi chiamano giustizia oppur speranza
ma chi mi uccide è spesso la bugia.”
Cadde il silenzio nell'antica piazza
Svanì il sorriso da quei mille occhi
appartenenti a gente di ogni razza
e furon molti a sentirsi sciocchi.
C'era una volta un paese lontano
E c'era il festival della bugia
Non mi credete? Vi sembra strano?
C'era davvero. Parola mia.
Menzione speciale al premio
Ruba un raggio di sole per l'inverno – 2005
Città di Castello ( PG)