Voce dell’est.
Ogni mattina mi alzo, vado in stazione a Parma e prendo il treno dei pendolari, che mi porta abbastanza velocemente a Bologna: lavoro otto ore e poi torno a casa : tutti i giorni, tutto uguale senza infamia e senza lode.
Di bello in questa monotonia quotidiana c’è che mi viene spesso la voglia di scrivere, che non è una vera vocazione ma è qualcosa che un pò le assomiglia, perché ti prende così forte che certe volte vorresti scriverti sulla mano per non dimenticare il concetto.
Mi prende anche sul treno, magari solo guardando una faccia o ascoltando i discorsi della gente.
Salgo e cerco sempre di sedermi sul primo sedile a destra perché sono un’abitudinaria.
Sulla sinistra vedo che si stanno sistemando altre persone, salite insieme a me; le vedo solo con la coda dell’occhio.
Suona un cellulare : la stangata, quel vecchio film con Paul Newman.
“ Sì ciao, come tu sta? ” – voce di donna dolcissima, dall’inconfondibile accento dell’est.
Sui cellulari si può dir tutto di buono, tranne che rispettino la riservatezza; squillano a tutte l’ore e quando rispondi ti urlano nell’orecchio, come stava facendo adesso quella voce maschile. I cellulari ti trovano, sempre:
“ No, tu non ti preoccupa…no oggi no, io devo aggiustarmi la schiena, mi fa male…domani? Sì domani…Domani io viene da te…”
“ Dispiace a me …ti prego tu pazienza…oggi non posso…che problema ha tu? Domani…si domani io viene… ”
Mi volto verso quella voce così dolce e musicale. Ora tace. È una ragazza bionda, carina, dall’aspetto trascurato : i suoi abiti, per taglio e fattezza, non li indosserebbe nemmeno mia nonna.
Ha una codina tenuta ferma da un piccolo elastico di gomma, due spilline di alluminio ai lati, una maglietta coi brillantini e un paio di jeans scoloriti.
Due donne in piedi lì vicino conversavano prima che la ragazza parlasse poi zitte, immobili, facendo le indifferenti, hanno ascoltato tutto ed ora si lanciano sguardi complici e maliziosi e una dà una gomitata all’altra ammiccando verso la biondina.
Parma è una piccola, luccicante e borghese città di provincia dove conta apparire più che essere. Basta osservare queste due “signore” e ascoltare i loro discorsi per capire il concetto :
“ Io ti consiglio di andare alla lavanderia Profumo di via Farini…è un pò cara ma ti garantisco che lì sono molto bravi. D’altronde quando porti a lavare i cappotti chiari in cachemire e i pull un pò…come dire…importanti, sai, devi essere sicuro del risultato…” – questa donna tutta griffata dai capelli alle unghie dei piedi parla come se cercasse di muovere il meno possibile le labbra e i muscoli facciali. Ne risulta un’espressione innaturale, glaciale e antipatica.
“ Sì, seguirò il tuo consiglio, d’altra parte sai, anch’io in genere indosso capi belli in seta, lana fine…e quando la lavanderia te li rovina sono sempre grane e poi ti dispiace…” - risponde l’altra meno griffata ma dalla voce ancora più antipatica perché si sforza di produrre una “ r “alla francese che proprio non le appartiene!
Parlavano così le due signore, parlavano di vacanze, di abiti, di firme e si sono zittite quando la dolce voce dell’est ha risposto al cellulare.
E sottovoce la signora mummificata dice a quella con la “r” forzata:
“ Che pena! C’è pieno! Parma qualche anno fa non era così. Adesso sono arrivate anche queste dell’est che se fanno le badanti va anche bene ma sai com’è…spesso stanno sulla strada..” e guarda verso la dolce voce dell’est.
E l’altra :
“ Cara, d’altronde dove c’è la miseria! Sai, ieri un cliente di mio marito è andato in studio perché vuole aprire un bar in Romania e quelli gli stanno creando noie, tanto che è dovuto ricorrere all’avvocato. Ma perché aprire un bar? Non hanno soldi poveracci e quindi non possono nemmeno entrare nei bar.”
E la mummia sempre più rigida, spostandosi lentamente una ciocca di capelli dalla fronte:
“ Ma certo…meglio sarebbe un negozio di alimentari! Sono affamati. Quello può rendere molto di più! Chi ha fame deve pur comprare un pezzo di pane no? “
Suona il cellulare di una delle due: “ La cavalcata delle valchirie ”.
“ Cara…mio Dio quanto tempo!! Tutto bene al Forte ?“
Il Forte, per chi non lo sapesse, è Forte dei Marmi, località della Versilia molto nota, specialmente qui a Parma ; se hai almeno un bilocale al Forte il tuo prestigio, in certi ambienti, sale di molti punti.
Si alza la dolce ragazza dell’est, mi passa accanto, si volta per un attimo verso di me; sta piangendo e quelle sue lacrime mi colpiscono forte, come un pugno nello stomaco e vanno dritte all’anima.
Passa accanto anche alle “signore”, per un attimo rimane come sospesa…sembra voler dire qualcosa, invece le guarda negli occhi, in silenzio, prima una e poi l’altra e scende alla prima fermata.
Ogni mattina mi alzo, vado in stazione a Parma e prendo il treno dei pendolari, che mi porta abbastanza velocemente a Bologna: lavoro otto ore e poi torno a casa : tutti i giorni, tutto uguale senza infamia e senza lode.
Di bello in questa monotonia quotidiana c’è che mi viene spesso la voglia di scrivere, che non è una vera vocazione ma è qualcosa che un pò le assomiglia, perché ti prende così forte che certe volte vorresti scriverti sulla mano per non dimenticare il concetto.
Mi prende anche sul treno, magari solo guardando una faccia o ascoltando i discorsi della gente.
Salgo e cerco sempre di sedermi sul primo sedile a destra perché sono un’abitudinaria.
Sulla sinistra vedo che si stanno sistemando altre persone, salite insieme a me; le vedo solo con la coda dell’occhio.
Suona un cellulare : la stangata, quel vecchio film con Paul Newman.
“ Sì ciao, come tu sta? ” – voce di donna dolcissima, dall’inconfondibile accento dell’est.
Sui cellulari si può dir tutto di buono, tranne che rispettino la riservatezza; squillano a tutte l’ore e quando rispondi ti urlano nell’orecchio, come stava facendo adesso quella voce maschile. I cellulari ti trovano, sempre:
“ No, tu non ti preoccupa…no oggi no, io devo aggiustarmi la schiena, mi fa male…domani? Sì domani…Domani io viene da te…”
“ Dispiace a me …ti prego tu pazienza…oggi non posso…che problema ha tu? Domani…si domani io viene… ”
Mi volto verso quella voce così dolce e musicale. Ora tace. È una ragazza bionda, carina, dall’aspetto trascurato : i suoi abiti, per taglio e fattezza, non li indosserebbe nemmeno mia nonna.
Ha una codina tenuta ferma da un piccolo elastico di gomma, due spilline di alluminio ai lati, una maglietta coi brillantini e un paio di jeans scoloriti.
Due donne in piedi lì vicino conversavano prima che la ragazza parlasse poi zitte, immobili, facendo le indifferenti, hanno ascoltato tutto ed ora si lanciano sguardi complici e maliziosi e una dà una gomitata all’altra ammiccando verso la biondina.
Parma è una piccola, luccicante e borghese città di provincia dove conta apparire più che essere. Basta osservare queste due “signore” e ascoltare i loro discorsi per capire il concetto :
“ Io ti consiglio di andare alla lavanderia Profumo di via Farini…è un pò cara ma ti garantisco che lì sono molto bravi. D’altronde quando porti a lavare i cappotti chiari in cachemire e i pull un pò…come dire…importanti, sai, devi essere sicuro del risultato…” – questa donna tutta griffata dai capelli alle unghie dei piedi parla come se cercasse di muovere il meno possibile le labbra e i muscoli facciali. Ne risulta un’espressione innaturale, glaciale e antipatica.
“ Sì, seguirò il tuo consiglio, d’altra parte sai, anch’io in genere indosso capi belli in seta, lana fine…e quando la lavanderia te li rovina sono sempre grane e poi ti dispiace…” - risponde l’altra meno griffata ma dalla voce ancora più antipatica perché si sforza di produrre una “ r “alla francese che proprio non le appartiene!
Parlavano così le due signore, parlavano di vacanze, di abiti, di firme e si sono zittite quando la dolce voce dell’est ha risposto al cellulare.
E sottovoce la signora mummificata dice a quella con la “r” forzata:
“ Che pena! C’è pieno! Parma qualche anno fa non era così. Adesso sono arrivate anche queste dell’est che se fanno le badanti va anche bene ma sai com’è…spesso stanno sulla strada..” e guarda verso la dolce voce dell’est.
E l’altra :
“ Cara, d’altronde dove c’è la miseria! Sai, ieri un cliente di mio marito è andato in studio perché vuole aprire un bar in Romania e quelli gli stanno creando noie, tanto che è dovuto ricorrere all’avvocato. Ma perché aprire un bar? Non hanno soldi poveracci e quindi non possono nemmeno entrare nei bar.”
E la mummia sempre più rigida, spostandosi lentamente una ciocca di capelli dalla fronte:
“ Ma certo…meglio sarebbe un negozio di alimentari! Sono affamati. Quello può rendere molto di più! Chi ha fame deve pur comprare un pezzo di pane no? “
Suona il cellulare di una delle due: “ La cavalcata delle valchirie ”.
“ Cara…mio Dio quanto tempo!! Tutto bene al Forte ?“
Il Forte, per chi non lo sapesse, è Forte dei Marmi, località della Versilia molto nota, specialmente qui a Parma ; se hai almeno un bilocale al Forte il tuo prestigio, in certi ambienti, sale di molti punti.
Si alza la dolce ragazza dell’est, mi passa accanto, si volta per un attimo verso di me; sta piangendo e quelle sue lacrime mi colpiscono forte, come un pugno nello stomaco e vanno dritte all’anima.
Passa accanto anche alle “signore”, per un attimo rimane come sospesa…sembra voler dire qualcosa, invece le guarda negli occhi, in silenzio, prima una e poi l’altra e scende alla prima fermata.
(Sara Ferraglia)
( Immagine tratta da :http://www.odilialiuzzi.com/NICLA_img/ni.jpg)